Mindful eating per patologie croniche. Diabete, celiachia, colite, ipertensione, insufficienza renale: il ruolo dell'alimentazione consapevole

Esistono varie patologie mediche che richiedono un'adeguata alimentazione per consentire un miglior controllo dei sintomi e delle conseguenze negative per la salute. 

Spesso le persone affette da tali patologie vengono sottoposte a diete rigide e restrittive, che conducono ad un senso di frustrazione, abbattimento, se non vera e propria depressione o stati d'ansia. La Mindful eating, ossia l'alimentazione consapevole, è una strategia basata sulla personalizzazione dell'alimentazione e sull'ascolto del proprio corpo, che aiuta a restare in salute senza sentirsi deprivati di cibo! 

Ma torniamo a noi. Quali sono le patologie mediche che vedono spesso associata la prescrizione dietetica?

Le condizioni croniche più soggette a controllo nutrizionale sono:

  • Sindrome del colon irritabile
  • Diabete di tipo 2
  • Ipertensione
  • Insufficienza renale
  • Allergie e intolleranze alimentari
  • Celiachia
  • Sindrome del colon irritabile (colite)

Gli interventi tradizionali prevedono:

  • Prescrizione del limite calorico giornaliero per incoraggiare la perdita di peso o il mantenimento del peso attuale
  • Prescrizioni nutrizionali sull’apporto di alcuni elementi: carboidrati, grassi, sodio,fibre ecc..
  • Prescrizioni sul numero di pasti e porzioni per ciascun gruppo alimentare
  • Diete speciali, come quella ketogenetica o iperproteica

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Sovrappeso, alimentazione squilibrata e disturbi alimentari: quale dieta e quale approccio seguire?

Le ricerche ci dicono che i tassi di sovrappeso e obesità si sono moltiplicati negli ultimi anni, e spesso il ricorso a diete drastiche e rigide ha contribuito al mantenersi e al prolificare di questa problematica. "Ma quella volta ho perso tanti chili! Quella dieta funzionava a meraviglia!"... e allora come mai li hai ripresi tutti? Come mai non la segui più? Probabilmente è perché quel regime alimentare non era equilibrato o adatto per essere mantenuto sul lungo termine! La vera "dieta" è quella che potresti fare per tutta la vita, senza sentirti "in debito di cibo".

La Mindful eating, o alimentazione consapevole, è una strategia di recupero della sana alimentazione più equilibrata, in grado di fornire benefici sul lungo termine e stabilizzazione del proprio peso corporeo. La mindful eating fa parte del filone della consapevolezza (mindfulness) applicata da diversi anni nei settori psicologici per far fronte a vari disturbi affettivi.

 

 Scenari comuni: 

  • desiderio di perdere peso
  • storia di varie diete più o meno fallimentari
  • sensazione di essere dipendenti dal cibo
  • alimentazione incontrollata (binge eating disorder)

 Caratterizzati da: 

  • cicli restrizione-abbuffata
  • pensieri (e reazioni) dicotomiche, in "bianco o nero"
  • sensazione di insicurezza verso l’alimentazione
  • mancanza di fiducia in se stessi e nel proprio corpo nel prendere decisioni alimentari

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Mio figlio non mangia la frutta e/o la verdura: Cosa fare?

 L’apporto di frutta e verdura nei giovani è piuttosto basso nonostante le raccomandazioni alimentari che incoraggiano a un consumo maggiore di tali alimenti. Soltanto il 20% dei bambini in età prescolare consuma le 5 porzioni quotidiane raccomandate. 

L’accessibilità e l’esposizione a frutta e verdura sono fattori determinati nello sviluppare preferenza alimentare per tali alimenti. I genitori influenzano le scelte e gli schemi alimentari dei figli attraverso i cibi che vengono portati a tavola, tramite il tipo di pratiche alimentari utilizzate e tramite l’esempio comportamentale fornito.

I genitori che fanno pressione sui figli, e che si basano sulla regola del “mangia ciò che ti dico”, spesso li persuadono a consumare certi alimenti a fronte di una ricompensa, come il poter uscire fuori a giocare. Questa strategia si rivela tuttavia fallimentare nel lungo periodo e non si associa al formarsi di una scelta e preferenza alimentari verso frutta e verdura. 

Al contrario, un approccio genitoriale basato sul “mangia ciò che mangio io” e sul buon esempio, favorisce il modellamento e l’adesione a regole alimentari salutari, non imposte ma sviluppate in autonomia.

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Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo: la nuova categoria “ARFID” per identificare comportamenti alimentari squilibrati, spesso presenti in bambini e pre-adolescenti.

alimentazione bambiniIl disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (in inglese, riassunto nell’acronimo ARFID) è una categoria diagnostica inserita nell’ultima edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5). Fino a poco tempo fa, tutti i problemi alimentari che non rientravano a pieno nelle patologie ben note di anoressia, bulimia e binge eating, finivano in una generica etichetta di “disturbo alimentare non specificato”. Con gli ultimi aggiornamenti in materia, si possono finalmente connotare le molte sfaccettature dei restanti disordini alimentari. 

In particolare, in questo articolo, parliamo di “disturbo evitante/restrittivo dell’alimentazione”.

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Psicoeducazione e mindful eating per l'auto-gestione del diabete mellito

diabete e mindfulnessIl diabete mellito (DM) è uno dei grandi problemi dell’assistenza sanitaria globale: la sua prevalenza sta raggiungendo tassi allarmanti. Nonostante gli avanzamenti delle terapie mediche e farmacologiche, questa complessa condizione medica sembra richiedere un approccio diversificato e multidisciplinare che prevede: farmacoterapia, attività fisica, sana alimentazione, programmi di informazione ed educazione all’autogestione della malattia e gestione dello stress. 

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Bambini e Cibo: le problematiche alimentari in età evolutiva.

Una sana ed equilibrata alimentazione è sicuramente un fattore importante per la crescita psico-fisica dei bambini e per assicurare la protezione da vari disturbi e malattie. Pertanto, riscontrare problemi nel rapporto con il cibo nei figli, è fonte di preoccupazione, frustrazione, ansia e stress per genitori e famiglie. 

I comportamenti alimentari dei bambini, sebbene non patologici (nella maggior parte dei casi non hanno a che fare con processi di anoressia o bulimia) possono comunque essere fonte di malessere (in primis per la famiglia!) e provocare carenze nutrizionali. 

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Lo sviluppo delle preferenze alimentari

scelte alimentariLa prospettiva sistemica dello sviluppo di preferenze alimentari considera l’interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali nella creazione di determinate scelte alimentari.

Tra le predisposizioni genetiche maggiormente studiate e analizzate si trovano: la reazione neofobica a nuovi cibi e la capacità di apprendere delle preferenze sulla base di associazioni con il contesto e con le conseguenze del mangiare alcuni alimenti.

Con il termine preferenza ci si riferisce alla selezione di un alimento piuttosto che un altro sulla base del gusto, anche se il gradimento è solo uno dei motivi che guida la selezione alimentare. 

Il gusto regna sovrano nel determinare le scelte alimentari, e ciò enfatizza quanto l’atto del mangiare sia un’importante fonte di piacere nella nostra vita quotidiana. Le uniche altre attività che possono essere paragonate ad un “buon pasto” sembrano essere a) passare del tempo con la propria famiglia; b) andare in vacanza e c) fare l’amore.

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Che cos'è la diabulimia? sintomi e trattamenti.

diabulimiaChe cos’è la diabulimia?

La Diabulimia non è ancora una condizione medica riconosciuta dai manuali diagnostici, ma il termine è stato coniato dai media e dalla letteratura accademica per descrivere un disturbo alimentare, presente nei soggetti diabetici, caratterizzato dalla deliberata omissione o riduzione del dosaggio di insulina per controllare il peso corporeo.

Il Diabete Mellito di tipo 1 è caratterizzato dall’incapacità del pancreas di produrre insulina e la prescrizione del dosaggio di insulina è necessaria per pareggiare l’assunzione di carboidrati e di glucosio. Per contro, la restrizione di insulina rende impossibile, per il corpo, la processazione del glucosio, che viene pertanto espulso dalle urine. Dal momento che la perdita di liquidi comporta perdita di peso, che può essere erroneamente interpretato come perdita di grasso, ciò incoraggia le persone a ripetere questo processo. Tuttavia questo comportamento di “purging” può portare a pericolose conseguenze per la salute.

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Dott.ssa Chiara Francesconi

chiarafrancesconi.psico@gmail.com

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Riferimenti terapeutici

Schema Therapy, Teoria dell'Attaccamento, Circle of Security, Mindfulness, Alleanza Terapeutica, Psicoeducazione.

Autori: J.Young, J.Bowlby, Jon Kabat Zinn, G. Liotti, Aaron Beck & Albert Ellis

Dott.ssa Chiara Francesconi - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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