La vergogna per il proprio corpo e il bisogno di essere apprezzati: il ruolo dell’aspetto fisico nel disturbo alimentare.

vergogna del proprio corpo e disturbi alimentariPerché provo vergogna per il mio corpo? È davvero importante rispettare gli standard imposti dalla cultura e dalla società? Proviamo a dare risposta a questi interrogativi, cercando di comprendere cosa spinge le persone a dare importanza all’aspetto esteriore e perché insorge vergogna per il proprio aspetto fisico. E perché la vergogna del corpo spesso conduce ai disturbi alimentari.

Le persone sono animali sociali e hanno bisogno degli altri per raggiungere vari scopi e realizzare progetti (dalla crescita dei figli alla costruzione di ponti e grattacieli). Tuttavia l’interdipendenza presenta anche risvolti negativi: dal momento che essere membro di un gruppo è essenziale per il “successo”, l’esperienza di sentirsi esclusi o inadeguati può essere devastante.

Un aspetto di quest’esperienza è la vergogna, ossia la sensazione di essere talmente “sbagliati” da non meritare l’appartenenza, l’approvazione o l’amore degli altri. (Per un approfondimento sull'emozione della vergogna vedi: Senso di inadeguatezza e timore del giudizio: perché si prova vergogna.)

 

Per molte persone, la principale fonte di vergogna è il corpo (o l’aspetto fisico), che viene percepito come non conforme agli standard di bellezza o funzionamento. La vergona del corpo può essere guidata da ideali di magrezza e della tendenza al confronto, specialmente con figure idealizzate o lontane dalla propria realtà.

Alcuni autori hanno suggerito la differenza tra due tipologie di vergogna: la vergogna esterna e la vergogna interna. La vergogna esterna si verifica quando percepiamo di non essere riusciti ad essere all’altezza delle aspettative altrui. La vergogna interna si manifesta quando percepiamo di non essere all’altezza dei nostri standard e si esprime per lo più mediante un’intensa autocritica e disprezzo di sé. Tra i pazienti con disturbi alimentari, la vergogna esterna è per lo più associata all’anoressia, mentre la vergogna interna alla bulimia (Troop et al. 2008).

La vergogna del corpo è parte del ciclo di azioni e credenze coinvolte nell’esordio e nel mantenimento dei disturbi alimentari. In particolare, le persone possono fronteggiare la vergogna dei loro corpi traendo soddisfazione e orgoglio dalla loro capacità di controllare il peso corporeo e il cibo e di resistere agli impulsi della fame. La perdita di controllo sull’alimentazione, come quella che avviene con le abbuffate e il binge eating, può intensificare la vergogna e condurre a un incremento dei tentativi di controllo.

Mantenere il segreto di “non essere o non fare abbastanza” richiede una grossa spesa energetica. Le persone che provano vergogna sono motivate a nascondersi, a celare le loro carenze o a scappare. Spesso mettono in atto comportamenti arrendevoli e accomodanti.

Diventare consapevoli dei modi in cui la vergogna prende forma nelle nostre esperienze è il primo passo per imparare a trattarci con più gentilezza.

La psicoterapia cognitiva suggerisce alcune modalità per superare la vergogna del corpo, e di conseguenza anche le problematiche alimentari correlate.

Diventa consapevole dei pensieri ripetitivi, che ti balzano in testa quando le cose si fanno difficili. Spesso ci diciamo cose come “Sono inutile”, “Sono un fallimento”, “Sono sola al mondo”, “Sono inadeguata” o “Non sono amabile”. Tutto questo è controproducente e svilente. Sostituisci queste frasi con ciò che, in tutta probabilità, diresti a un’amica che sta attraversando la stessa difficoltà. Usa gentilezza, calore e comprensione verso te stessa.

Focalizzati su ciò che accumuna tutta l’umanità. Gli esseri umani nascono con il desiderio di essere amari e hanno bisogno degli altri per sopravvivere. Per questo, tutti ricerchiamo l’approvazione e ci vergogniamo quando percepiamo di non andare bene. Quando capirai che tutti devono combattere con gli stessi sentimenti e paure, potrai sentirti connessa agli altri e smettere di considerarti "diversa" (con l'accezione negativa del termine). 

Rivaluta il tuo corpo nella sua globalità, per il modo in cui funziona e ti sorregge nella vita quotidiana. Considera il corpo come il mezzo che ti permette di vivere e di poter fare esperienze di vita, a prescindere alla forma che ha. Focalizzarsi sulla forma corporea distoglie energie e attenzione da altre aree che potrebbero darti altrettanta soddisfazione e appagamento e ti imprigiona in circoli viziosi (un esempio? Non esco perché non mi sento in forma - riduco i contatti sociali - mi abbatto perché mi sento sola - mi abbuffo - mi sento in colpa e mi vergogno per ciò che ho fatto - non esco perché non mi sento in forma... e così via..) 

Adotta un approccio consapevole all'alimentazione (mindful eating), scopri ciò che realmente conta (quello che ti muove) nella tua vita e sviluppa accettazione (per quello che non posso cambiare) e impegno (per ciò che posso migliorare, risolvere, apprendere) per raggiungere valori personali e scopi a lungo termine. Anche in questo caso la psicoterapia cognitiva, attraverso l'applicazione della mindfulness e dei principi ACT (terapia dell'accettazione e dell'impegno) risulta efficace nel superare la vergogna e i disturbi alimentari concomitanti.

 

Riferimenti bibliografici: 

Troop, N.A., Allan, S., Serpell, L. & Treasure, J.L. Shame in women with a history of eating disorders. European Eating Disorders Review 16, 480-488 (2008). 

BOUNCING BACK FROM BODY SHAME – TheCenterforMindfulEating.org 

 

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