In panchina con le cuffie: il ruolo della Musica nello Sport

La musica ha la capacità di catturare l’attenzione, cambiare o regolare l’umore, generare emozioni, evocare ricordi, ridurre le inibizioni, e incoraggiare il movimento. E’ facile intuire come tutto ciò possa rivelarsi particolarmente utile per la pratica sportiva. Gli effetti benefici della musica sulla prestazione atletica sono stati ampiamente dimostrati nel corso degli anni.

La teoria e le ipotesi scientifiche in quest’ambito, sviluppate soprattutto dal team di ricerca londinese del dott. Karageorghis, sembrano fondarsi su 4 fattori.

Un primo elemento è costituito dalla risposta al ritmo, ossia dalla naturale propensione del nostro corpo a muoversi e adattare i gesti al ritmo musicale (specialmente al tempo, o velocità). Un secondo fattore è associato alla musicalità, che si riferisce all’armonia del suono, alla combinazione delle note e alla melodia. L’impatto culturale riveste la terza componente e riguarda la diffusione di un particolare genere musicale nella società o in un sottogruppo etnico. Infine si trova il fattore delle associazioni extra musicali che vengono evocate dall’ascolto (ricordi, aspettative).

 

I 4 fattori sembrano influenzare la performance sportiva in maniera gerarchica, così come sono stati appena presentati: dove l’elemento primario è il ritmo, e via a scalare fino all’associazione mentale.

La ricerca ha inoltre individuato cinque capacità che possono essere condizionate dalla musica, responsabili di un probabile incremento della prestazione, sia in allenamento che durante una competizione.

  • Dissociazione: durante l’esercizio, la musica può restringere l’attenzione, distraendo la mente dalle sensazioni di affaticamento. In altre parole l’ascolto musicale abbassa la percezione di sforzo e promuove stati emotivi positivi. Nello specifico, sembrano emergere gli aspetti positivi dell’umore come vigore ed euforia, mentre vengono mitigati quelli di tensione, depressione e rabbia. Questi effetti si manifestano solo per esercizi di intensità bassa o moderata, mentre per sforzi molto elevati la percezione di fatica annulla l’impatto della musica; i processi attentivi in questo caso vengono dominati dal feedback fisiologico, come la frequenza respiratoria e l’accumulo di acido lattico. Tuttavia ad elevata intensità incrementa la sensazione esperienziale: la musica fa sembrare il duro allenamento più divertente, modellando il modo in cui il cervello interpreta i sintomi di affaticamento (Bishop e Karageorghis, 2007)
  • Regolazione dell’attivazione: la musica altera l’attivazione emotiva e fisiologica e può essere utilizzata prima di una competizione o di un training di allenamento come stimolante o come sedativo, per calmare o placare sensazioni ansiogene. Molti atleti utilizzano musica potente per attivarsi, mentre selezioni più soft possono aiutare a rilassarsi. Mentre i processi fisiologici tendono a reagire alle componenti ritmiche della musica (ci si attiva in base alla velocità dei brani), sono spesso testo e associazioni extra musicali che regolano l’impatto emotivo.
  • Sincronizzazione: le ricerche hanno mostrato che la musica sincronizzata con l’esercizio produce un aumento nei livelli di prestazione. Questo avviene per molte attività come la corsa, il canottaggio, il ciclismo, lo sci di fondo e più comunemente per le attività aerobiche in palestra. Il tempo musicale può regolare il movimento e prolungare la performance. I movimenti sincronizzati con la musica rendono la prestazione più efficiente e più resistente.Al contrario la musica di semplice sottofondo, definita utilizzo di musica asincrona, si dimostra meno efficace e perde quasi totalmente di effetto se applicata a sport impegnativi.
  • Acquisizione di abilità motorie. La musica crea l’opportunità di esplorare differenti piani di movimento e incrementare la coordinazione. Vi sono tre possibili spiegazioni per motivare l’apprendimento attraverso la musica. Primo, la musica replica delle forme ritmiche di movimento e locomozione, quindi può trasportare il corpo verso pattern di movimento efficaci, fornendo una visione analogica del suono. Secondo, il testo di una musica scelta ad hoc può rinforzare alcuni aspetti della tecnica sportiva (premi! Salta! Gira!...). Terzo, la musica può rendere l’ambiente più divertente ed incrementare la motivazione intrinseca ad apprendere. Questo elemento appare importante specialmente per l’applicazione in ambito evolutivo, nei giochi motori con i bambini.
  • Raggiungimento dello stato di flow: la logica implicazione di tutte le precedenti scoperte è che la musica può aiutare ad entrare nello stato di flow, ossia di totale motivazione intrinseca, attenzione e concentrazione, ideale per raggiungere la massima prestazione sportiva possibile.

In ambito applicativo, un punto di partenza fondamentale è considerare il contesto in cui si vuole utilizzare la musica. In particolare, in quale tipo di attività saranno impegnati gli atleti (bassa, media, elevata intensità? Allenamento o pre-gara?) e qual è lo scopo della musica (attivare, rilassare, distrarre?).

Ad ogni modo, dato che le preferenze musicali sono una scelta personale, non sembra particolarmente utile imporre agli atleti quale musica ascoltare. Risulta invece essenziale informare e tenere a mente delle piccole linee guida, in modo che sia più probabile che la selezione musicale degli atleti porti agli effetti desiderati.

In caso di lavoro con gruppi o squadre, l’allenatore o trainer potrebbe richiedere una lista di brani preferiti dei singoli atleti e stilare una playlist in base a quelli che riscontrano più preferenze e che si adattano meglio al lavoro che si andrà ad effettuare.

 

 

Riferimenti:

Karageorghis, C. I., Jones, L., & Stuart, D. P. (2008). Psychological effects of music tempi. International Journal of Sports Medicine, 29, 613-619.

Karageorghis, C. I., & Terry, P. C. (1997). The psychophysical effects of music in sport and exercise: A review. Journal of Sport Behavior, 20, 54–68.

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Dott.ssa Chiara Francesconi

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