Una scomoda motivazione: la motivazione ad evitare il fallimento.

La motivazione è ciò che sostiene e promuove il nostro agire e tutto il comportamento umano: siamo sempre mossi da una qualche ragione. Tuttavia non tutte le motivazioni sono ugualmente efficaci per ottenere i risultati voluti.

La motivazione ad evitare il fallimento è un particolare tipo di motivazione, in cui l’obiettivo principale è quello di non ritrovarsi a confronto con un insuccesso (inteso come mancato raggiungimento di un obiettivo, che può essere più o meno astratto). Di fronte ad una determinata situazione o scelta, le persone decidono di evitare di esporsi e impegnarsi, in quanto questo comportamento sembra essere l’unica via d’uscita in grado di impedire il verificarsi di un flop! Come dire “Se resto fuori da tutto, sicuramente non potrò fallire in qualcosa!”

 

Questi soggetti solitamente ritengono:

  • di non avere le giuste capacità per affrontare un dato evento,
  • che pur applicandosi il risultato non deriverà dai loro sforzi ma sarà sotto controllo di fattori esterni e quindi imprevedibili,
  • che non è poi così importante riuscire ad ottenere una cosa, quanto piuttosto evitare di vedersi fallire nell’intento.

Esempi comuni possono essere quelli in cui un ragazzo decide di non andarsi a presentare alla ragazza che gli piace, per timore di sentirsi dire di no (“meglio restare nel dubbio che potevo piacergli, piuttosto che prendermi un no diretto”), o di una ragazza che evita di andare in palestra per timore di essere giudicata goffa dagli altri (“preferisco tenermi i chili di troppo piuttosto che sentirmi osservata e derisa”) o ancora, quello di una persona che teme di recarsi in un supermercato per timore di avere un attacco di panico (“meglio restare in casa e al sicuro che ne in balia dell’ansia”).

Seppur vero che in questo modo si evita il faccia a faccia con un insuccesso o situazione spiacevole, in realtà questo tipo di motivazione scatena circoli viziosi assai pericolosi.

L’evitamento produce nell’immediato una sensazione di sollievo per l’aver cancellato la possibilità di doversi confrontare con un evento negativo, tuttavia nel giro di poco tempo (spesso dopo pochi minuti o ore) la persona inizia a sperimentare una serie di emozioni e pensieri negativi, per la maggior parte rivolti al sé, riguardanti il fatto di non essere riuscita ad affrontare la situazione, di non avere le capacità necessarie per farlo, di essere debole o timorosa.

Tutto ciò porta ad un calo nella propria autostima e senso di autoefficacia, che altro non fanno che rafforzare l’idea che il fallimento è sempre più probabile e quindi sempre più da temere.

L’evitamento e il mancato confronto con l’evento non consente nemmeno di mettersi alla prova e di disconfermare le credenze e opinioni che si hanno su di sé. Non permette nemmeno di acquisire e sviluppare nuove abilità, e quindi di migliorarsi.

Ma come mai le persone sviluppano questi pensieri negativi se la cosa più importante per loro era non fallire, cosa che quindi si è avverata? In realtà la maggior parte delle volte, le persone tengono a raggiungere degli obiettivi; ad esempio negli esempi riportati sopra, quelli di trovare l’amore, fare attività fisica  ed essere liberi di girare per i centri commerciali, ma di fronte alla possibilità di doversi confrontare con la sensazione derivante dal reale fallimento temono di entrare in un circolo dal quale non si riprenderanno più (“Se la ragazza mi dirà di no, vorrà dire che per davvero non sono amabile e non avrò più il coraggio di presentarmi a qualcuna”, “Se mi diranno che sono goffa, vorrà dire che realmente non sono in grado di fare sport, e non andrò mai più in palestra, “Se mi verrà il panico, vorrà dire che per davvero non sono in grado di controllare le mie emozioni, e non andrò mai più in giro per negozi”), circolo in cui, a guardar bene, si trovano già, senza rendersene conto! Il fatto di non avere il coraggio di esporsi al fallimento, viene già vissuto come un insuccesso! Tant’è che scatena le stesse reazioni autodenigranti che avrebbe portato il fallimento dell’obiettivo iniziale.

Come uscire da questo circolo?

  1. Un primo passo è quello di scoprire e conoscere le emozioni, dargli un nome, capire la loro funzione, accettarle come parte essenziale dell’essere umani, ed imparare a gestirle.
  2. Stessa cosa per i pensieri riguardanti l’insuccesso: imparare ad accettare il fallimento come un risultato possibile, ma non unico; riconoscere e modulare la reale gravità dell’insuccesso e delle sue conseguenze.
  3. Successivamente, è utile “buttarsi”! Cioè sperimentare le varie situazioni in cui si teme il fallimento. Soltanto sperimentandosi nelle situazioni temute si può infatti scoprire di essere in possesso delle risorse necessarie per riuscire negli obiettivi prefissati e si può ulteriormente disconfermare la veridicità dei pensieri negativi.

 

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Dott.ssa Chiara Francesconi

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