Il Mal d'Autunno: appunti sulla Meteoropatia

Sempre più spesso, all’arrivo della stagione invernale fanno seguito un bel gruzzolo di fastidiosi sintomi fisici e psicologici. Dolori articolari e muscolari, affaticamento, stanchezza, difficoltà di concentrazione, aumentato bisogno di cibo e di sonno: questi sono alcuni dei segnali più comuni del cambio stagionale.

La meteoropatia non è una sindrome immaginaria, il meteo influenza realmente il tono dell’umore e i ritmi biologici.

 

La causa fondamentale di tali modificazioni risiede nella diminuzione delle ore di luce, che causano una variazione dei livelli di ormoni prodotti dall’organismo. In particolar modo durante il periodo invernale vi è una produzione maggiore di melatonina, associata al rilassamento ma anche ad effetti depressivi, che si attiva nelle ore di buio, a discapito del rilascio di serotonina, ormone prodotto in presenza di luce e fonte di benessere.

Anche il funzionamento dell’ipofisi, ghiandola che secerne il cosiddetto “Ormone dello Stress” ossia l’ACTH, sembra essere coinvolto in questa sintomatologia. La produzione di ACTH è di norma maggiore al mattino rispetto al resto della giornata, e in occasione di abbassamenti di temperatura bruschi, la sua produzione aumenta ancora, provocando in alcuni soggetti irritabilità, nervosismo e malumore. 

Allo stesso tempo, queste modificazioni causano un abbassamento dei livelli di endorfine (sostanze chimiche con proprietà analgesiche), provocando un calo della soglia del dolore, che si manifesta con la percezione di dolori a livello muscolare e scheletrico.

La “brutta” stagione può causare diverse tipologie di disturbi meteoropatici:

  • Le meteoropatie primarie (o principali) sono direttamente associate al transito della condizione climatica, hanno una durata abbastanza breve (da un giorno a una settimana circa) e sembrano riflettere maggiormente la variazioni a livello fisiologico. I sintomi che si presentano più comunemente in questi casi sono: mal di testa, emicrania, irritabilità, irrequietezza, sonno agitato, tensione, lieve calo dell’umore, spossatezza fisica, dolori articolari, alterazioni gastrointestinali.

In questi casi, il soggetto meteoropatico solitamente accusa dei lievi sintomi iniziali poco prima che si verifichi il cambiamento della condizione climatica. Nella fase di variazione vera e propria si assiste ad una fase acuta, seguita da un’attenuazione della sintomatologia abbastanza rapida allo stabilizzarsi dell’ambiente.

Le meteoropatie primarie non sono vere e proprie patologie, tuttavia comportano l’insorgenza di sintomi invalidanti o particolarmente fastidiosi, che possono compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane.

  • Le meteoropatie di tipo secondario sono costituite dalla riacutizzazione e dal peggioramento delle condizioni fisiche già esistenti nella persona in concomitanza con il cambiamento climatico o di temperatura (solitamente sono problematiche di tipo infiammatorio o degenerativo): ne sono un esempio le crisi allergiche stagionali e i dolori ossei in soggetti con patologie articolari. Gli organismi già deboli risentono maggiormente dello stress dovuto alla variazione ambientale.
  • Un ultima tipologia è invece quella caratterizzata da condizioni più gravi e croniche, come nel caso del Seasonal Affective Disorder (SAD), sindrome depressiva ciclica caratterizzata da un forte calo dell’umore, apatia, stanchezza eccessiva, perdita di interessi e di desiderio sessuale, ansia, insonnia e inappetenza (o al contrario ipersonnia e iperfagia). Tali patologie rientrano a pieno titolo tra i disturbi dell’umore identificati dai principali manuali diagnostici e richiedono l’intervento di una psicoterapia.

In generale, particolarmente a rischio di sintomi meteoropatici sembrano essere coloro che hanno subito dei traumi recenti (fisici o psicologici), soggetti predisposti a disturbi depressivi o ansiosi, individui sottoposti a forti stress, lavori intensi, ma anche i soggetti farmaco-dipendenti e gli alcolisti.

Per fronteggiare questa sindrome appare di fondamentale importanza la capacità di gestire lo stress.

  • A livello preventivo, è utile passare del tempo all’aria aperta, godere il più possibile della luce esterna, applicare illuminazioni artificiali quanto più simili alla luminosità naturale, fare passeggiate, incontrare gente, crearsi un hobby, svolgere una regolare attività fisica e non rimanere isolati.
  • A seconda della maggiore gravità ed intensità della sintomatologia è invece possibile ricorrere a cicli di massaggi, cure termali, apprendimento di tecniche di rilassamento, terapie psicologiche

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Dott.ssa Chiara Francesconi

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Autori: J.Young, J.Bowlby, Jon Kabat Zinn, G. Liotti, Aaron Beck & Albert Ellis

Dott.ssa Chiara Francesconi - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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