La pigrizia: cos'è, quali cause può nascondere e come sconfiggerla.

pigrizia

I nostri antenati dovevano conservare energie per lottare e conquistare le scarse risorse e per fronteggiare i nemici. Essi facevano sforzi soltanto per ciò che procurava vantaggio nel breve termine. In assenza di medicinali, ripari sicuri, risparmi e scorte, aveva poco senso pensare troppo al futuro.

Oggi, le cose sono cambiate.. ci sono aspettative di vita molto più lunghe e molte più comodità.. tuttavia il nostro istinto è ancora programmato per conservare energia ed essere riluttante ad impegnarsi in progetti astratti e dalla ricompensa incerta e a lungo termine.

L’ambizione e le prospettive possono sovrastare l’istinto così che alcune persone possono essere maggiormente orientate al futuro e possono considerare gli altri “pigri”. Infatti la pigrizia viene spesso associata alla mediocrità e al fallimento. 

In generale, le persone trovano frustrante sforzarsi per obiettivi a lungo termine che non forniscono una gratificazione immediata. Imbarcarsi in un progetto richiede la speranza di ottenere un compenso che valga la pena dello sforzo. Il problema è che si tende a screditare il ricavo quando è incerto o distante. In altre parole, alle volte vi è una tendenza ad aver sfiducia nel futuro. Si cerca pertanto di godere pienamente nel presente anche a discapito di un futuro poco roseo: come nel caso di adotta comportamenti poco sani (il bere, il fumo, la sedentarietà, le abbuffate…) per mancanza di uno sguardo lungimirante. Ma il comportamento “pigro” non è associato soltanto al pessimismo.

Molte persone si comportano così perché non hanno ancora trovato cosa vogliono o perché, per una ragione o per l’altra, non stanno facendo quello che desidererebbero fare. In altri casi, gli esiti di un lavoro o di un progetto sono così astratti e poco definibili che le persone non ottengono alcuna gratificazione concreta e risultano meno propense ad impegnarsi.

Altri fattori che possono condurre alla “pigrizia” sono la paura e la sfiducia in sè. Alcune persone temono il successo, o non hanno abbastanza autostima per sentirsi a proprio agio con la riuscita, e la pigrizia diventa un modo per auto-sabotarsi. Per contro, altre persone temono il fallimento e il giudizio altrui e la pigrizia è preferibile alla sconfitta: meglio dirsi “se ho fallito è perché non ho provato!” piuttosto con scontarsi con un reale errore e con possibili critiche alle proprie capacità. Da qui l'evitamento di attività ed impegni, etichettato appunto come "pigrizia". 

Vi sono poi persone che sono “pigre” perché considerano la loro situazione così disperata da non saper come e cosa fare per venirne fuori. Dal momento che queste persone sono incapaci di indirizzarsi verso una concreta soluzione, non si può dire che esse siano realmente “pigre”.

Per essere realmente pigri dovremmo scegliere di esserlo, cioè sentirci liberi di fare o non fare qualcosa, e preferire il non fare. Ma se sentiamo di non sapere cosa fare o di non avere la capacità di fare… allora la “pigrizia” è una scelta forzata.. e pertanto non è pigrizia! E’ solo motivazione a proteggere la propria (già bassa) autostima. 

Cosa fare per uscire dalla “pigrizia”?

  1. Un primo passo può essere quello di stabilire una tabella di marcia e fissare obiettivi e ricompense gratificanti anche a breve e medio termine, che diano incentivo all’azione.
  2. Una seconda modalità è quella di prendersi del tempo per riflettere maggiormente sulle proprie passioni, i propri interessi, e sulle risorse e strade che si hanno per seguirle. 
  3. Un ulteriore via è quella di interrogarsi sulla propria autostima, sulle proprie capacità e doti, riformulare il concetto di fallimento e successo, comprendere i motivi che sottostanno al timore del giudizio altrui. In questa fase di esplorazione interiore potrebbe essere utile consultare un terapeuta che possa aiutare nella scoperta di sé stessi e delle proprie vulnerabilità. 

 

 

Riferimenti:

Neel Burton. Heaven and Hell: The psychology of the emotions.

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Dott.ssa Chiara Francesconi

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Riferimenti terapeutici

Schema Therapy, Teoria dell'Attaccamento, Circle of Security, Mindfulness, Alleanza Terapeutica, Psicoeducazione.

Autori: J.Young, J.Bowlby, Jon Kabat Zinn, G. Liotti, Aaron Beck & Albert Ellis

Dott.ssa Chiara Francesconi - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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