Alimentazione incontrollata: cos'è il binge eating e come si può superare.

Il disturbo da alimentazione incontrollata, in inglese binge eating disorder (BED), è uno dei problemi alimentari più diffuso. Come ogni altro disturbo psicologico, la sua gravità può essere variabile, per questo a livelli lievi si tende spesso a non riconoscerlo o sottovalutarlo.

Presenta alcune caratteristiche in comune con i disturbi alimentari più noti, anoressia e bulimia, ma è il comportamento alimentare che maggiormente porta a rischio di sovrappeso e obesità, con conseguenti problemi fisiologici (tra i più comuni: diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari) e isolamento sociale. 

 

Quali sono i sintomi e le caratteristiche dell’alimentazione incontrollata?

  • La persona che soffre di alimentazione incontrollata presenta vari episodi di abbuffata. Termine con cui si intende il mangiare troppo (una quantità eccessiva rispetto a quello che farebbe un’altra persona della stessa età, sesso e costituzione) in un certo arco di tempo. Cioè ad esempio, fare una colazione o spuntini eccessivi, con cibi non tipicamente indicati per tali pasti (come cotolette o tranci di pizza) o in quantità superiori alla norma. Oppure fare molti più spuntini e merende della norma, durante l’intero arco del giorno.
  • E’ abbastanza tipico, che chi soffre di alimentazione incontrollata sperimenti una sorta di perdita di controllo durante queste abbuffate, come la sensazione di non riuscire a fermarsi o di non capire quanto si sta mangiando.
  • Gli episodi di alimentazione incontrollata possono presentare anche altre caratteristiche, che non tutti i soggetti condividono: come il fatto di mangiare molto in fretta, mangiare finchè non ci si sente sazi, mangiare anche se non si ha fame, mangiare soli per evitare di far vedere agli altri le quantità di cibo o la tipologia di cibo che si sta mangiando, sentirsi in colpa o ancor più spesso vergognarsi di se stessi per non essersi riusciti a controllare e resistere all’impulso di mangiare.
  • L’alimentazione incontrollata non prevede la “compensazione”, ossia comportamenti mirati all’espulsione del cibo o la pratica di attività fisica per smaltire le calorie assunte. Per questo motivo, le persone con alimentazione incontrollata tendono al sovrappeso e all’obesità, a seconda della gravità e della frequenza delle abbuffate.

Quali fattori portano allo sviluppo di alimentazione incontrollata o binge eating?

  • Non ci sono cause singole, come in ogni altro problema psicologico è facile che sia presente un insieme di condizioni che favoriscono l’insorgenza del disturbo.
  • Si è notato che le persone con alimentazione incontrollata spesso presentano una bassa autostima e hanno scarsa fiducia in sé, o sono persone perfezioniste. Possono essere persone impulsive, e con la tendenza a vedere il mondo per estremi “o bianco o nero”. Nella maggior parte dei casi hanno poca consapevolezza dei propri stati d’animo e delle emozioni che sperimentano, e spesso sono proprio questi bisogni emotivi non compresi a portare verso la ricerca di cibo come mezzo per colmare la sofferenza e riportare il benessere interiore. Il cibo infatti, specialmente dolci e alimenti calorici, favorisce la produzione di serotonina, agendo come un antidepressivo naturale.
  • Inoltre come per gli altri problemi alimentari, la presenza di un ambiente familiare o la frequentazione di luoghi o ambienti in cui cibo, forme del corpo, magrezza e peso sono elementi enfatizzati e cui viene data molta attenzione, possono costituire fattori di rischio per l’alimentazione incontrollata.

Le persone che soffrono di alimentazione incontrollata, spesso tentano di mettersi a dieta (o iniziare un’attività fisica). Quest’idea di alimentazione sana solitamente sorge in testa dopo un episodi di abbuffata, quando è molto forte il senso di colpa e, appagati i sensi, ci si sente un po’ più energici e determinati a riparare.

Tuttavia la spinta motivazionale sostenuta da un’emozione momentanea non è sufficiente a mantenere la costanza nel buon proposito, e all’insorgenza di una nuova problematica (un evento che non si riesce a gestire, una situazione conflittuale, una mancata realizzazione) il principale pensiero e desiderio torna quello di porre fine a questa sofferenza interiore, tramite la via più “semplice” e disponibile, ovvero il consumo di cibo.

Come si può affrontare e curare l’alimentazione incontrollata?

La psicoterapia cognitivo comportamentale (anche nella modalità a distanza, online) ha dato prova di efficacia nel trattamento ed eliminazione del binge eating e delle abbuffate.

Dopo un’accurata anamnesi iniziale, a seconda della persona e della sua personalità, sarà possibile orientarsi verso una, o più vie, affrontando:

  • La bassa autostima (ad es. nel caso in cui la persona non ritenga di avere le capacità di autoregolarsi, o non sappia affrontare alcuni eventi di vita che le capitano e che la fanno sentire inadeguata, per cui non trovando risorse interne per risolvere la situazione, si “consola” con il cibo). La persona sarà aiutata a scoprire le sue capacità e potenzialità, a comprendere da dove origina questa scarsa stima di sé, a trovare nuovi aspetti su cui focalizzarsi e su cui puntare nella vita, a superare il timore del fallimento, e a spezzare i circoli viziosi di evitamento che non fanno altro che aumentare il rischio di non fare nulla nella vita e di conseguenza amplificano la sensazione di valere poco.
  • L’intolleranza delle emozioni (ad es. nel caso in cui la persona comprenda di sentirsi arrabbiata, frustrata, ansiosa, o triste, ma non voglia sentire queste sensazioni e le mette a tacere tramite l’appagamento dato dal cibo). La persona sarà aiutata ad accettare l’esistenza di emozioni forti e alle volte anche negative, a saperle vivere e gestire, a cogliere quello che ci vogliono “dire”, a risolverle in maniera più salutare.
  • I problemi interpersonali (ad es. nel caso in cui la persona si trovi in situazioni di conflitto con qualche familiare o partner o capoufficio, per cui non sapendo come risolvere la situazione o pensando di non aver vie d’uscita dal problema, si rifugia cercando piacere nel cibo). La persona sarà aiutata a sviluppare abilità interpersonali e di risoluzione di problemi, a prendere in considerazione più alternative di soluzione, a mettersi nei panni altrui, a sviluppare strategie di comunicazione più efficaci.

Questi problemi possono presentarsi singolarmente oppure essere collegati tra loro.

Spesso chi non tollera le emozioni negative si sente anche poco capace di gestirle, o poco capace di trovare una soluzione al problema che ha generato l’emozione negativa, che può essere di origine relazionale.

Ovviamente nel trattamento dell’alimentazione incontrollata sarebbe bene affiancare al percorso psicologico, una consulenza dietetico-nutrizionale per controllare la dieta alimentare e ristabilire il peso, e lo svolgimento di attività fisica, sia per favorire il dimagrimento che come strumento per ottenere benessere psicologico e per sfogare le emozioni e i pensieri negativi.

 

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Lettura self-help consigliata: Disturbo da alimentazione incontrollata. Che cos'è. Come affrontarlo

 

Riferimenti bibliografici: American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition. Arlington, VA, American Psychiatric Association.

Studi Cognitivi. Disturbo da Binge Eating.

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Dott.ssa Chiara Francesconi

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